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Immagine del redattoreJean Rogers

Parola agli studenti: Jean ci racconta Londra vista da Natalia Ginzburg, un’italiana “delusa”

In questo articolo lasciamo la parola a Jean, una londinese pura, amante dell’italiano e dell'Italia che conosco ormai da un anno e che ha deciso di condividere e analizzare l’esperienza deludente che una nota scrittrice italiana, Natalia Ginzburg, ha avuto nei suoi anni a Londra. Non sarà una Londra "trionfante" quella che leggerete ma sarà una Londra filtrata attraverso gli occhi della scrittrice. Jean cercherà di rispondere a una domanda, “Londra è ancora quella città o è cambiata?”. Ecco il contributo di Jean. Buona lettura


“L'Inghilterra è bella e malinconica. Io non conosco, a dire il vero, molti paesi; ma mi è nato il sospetto che sia, l'Inghilterra, il più malinconico paese del mondo.


E un paese altamente civile. Vi si vedono risolti con grande saggezza i problemi più essenziali del vivere, quali l’infermità, la vecchiaia, la disoccupazione, le tasse.


E un paese che sa avere, credo, un buon governo, e questo si avverte nei minimi particolari della vita giornaliera.


È un paese dove regna il massimo rispetto, e la massima volontà di rispetto, per il prossimo.


E un paese che si è dimostrato sempre pronto ad accogliere gli stranieri, le popolazioni più diverse, e, credo, non li opprime.”


Natalia Ginzburg


Chi era Natalia Ginzburg?

Queste parole furono scritte da Natalia Ginzburg nel 1959 durante un soggiorno a Londra, non del tutto felice, durato quattro anni. Viveva a Kensington, un posto molto elegante, con il suo secondo marito, Gabriele Baldini, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Londra.

Alla sua partenza nel 1961 Natalia scrisse ad un amico “England will not see me again for quite some time”


Natalia Ginzburg è nata a Palermo nel 1916 da una famiglia ebrea molto colta, ed è morta a Roma nel 1991. È stata una scrittrice, drammaturga, traduttrice e politica italiana, figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento.


Il saggio "Le piccole virtù" e una Londra deludente


Questo breve saggio è stato pubblicato nel 1962 in una raccolta di racconti e saggi intitolata "Le Piccole Virtú". Sessant'anni dopo, capire quali siano gli aspetti dell'Inghilterra che rimangono gli stessi e quali siano cambiati è un argomento affascinante.


Per usare un eufemismo, Ginzburg non amava affatto l'Inghilterra, a causa del grande senso di malinconia che trovava nel Paese e nella sua gente. Vedeva Londra come una città grigia e nera “avvolta in una fitta coltre fuligginosa e odora come odorano le stazione, di vecchi treni, di carbone e di polvere”. Ginzburg aveva un odio particolare per le stazioni ferroviarie inglesi che considerava i luoghi più tetri in assoluto.


Al secondo posto, invece, c'erano i caffè e ristoranti dell’Inghilterra, che avevano nomi stranieri come "Chez nous, Roma oppure Le Alpi”, e così via. Nonostante i nomi fantasiosi, il cibo era sempre disgustoso, secondo Ginzburg.


Ma il peggio del peggio, secondo lei, erano i ristoranti dichiaratamente inglesi “vi regna allora una così squallida disperazione, da ispirare a chi entra idee di suicidio.”


La scrittrice è molto divertente in tema di acqua nei ristoranti, diceva semplicemente che non ce ne fosse, magari c’era il tè, visto che gli inglesi ne bevono infinite tazze, dice Ginzburg, ma chiedere un po' d'acqua avrebbe provocato uno shock alla cameriera.


E come vedeva gli inglesi?


Ma veniamo all'argomento degli inglesi come gente. Cosa aveva da dire Ginzburg di gentile? Non molto infatti! Gli inglesi mancano completamente di fantasia e immaginazione, per esempio, secondo lei, si vestono tutti allo stesso modo: gli uomini d'affari indossano la bombetta nera, le donne hanno tutte il medesimo impermeabile di cellofane simile alle tende dei bagni, i giovani artisti del quartiere di Chelsea si vestono tutti in nero.


Ma questa mancanza di immaginazione si nota ancora di più nella conversazione tra gli inglesi, secondo Ginzburg, si parla sempre del tempo, della stagione, delle cose futili per non offendere nessuno. La scrittrice trovava la conversazione inglese la più triste del mondo, “ci fa ammalare di malinconia”


Triste ma civile e ordinato


Ginzburg ha trovato in Inghilterra civiltà, rispetto per gli altri, buon governo "frutto di un'antica e profonda intelligenza", ma lei non riusciva a trovarlo affatto nella gente comune. Purtroppo ha scoperto esattamente il contrario, le persone per strada non mostravano alcun segno di intelligenza, secondo lei.


Dunque, l'Inghilterra oggi è diversa o è la stessa di quel racconto



Decisamente, c'è stato un grande cambiamento in meglio nei ristoranti e nei caffè in Inghilterra, meno male. A Londra, magari anche in altri posti, si può bere un buon caffè, mangiare qualcosa di buono e si può avere tutta l’acqua che si desidera.


Inoltre le grandi stazione ferroviarie in questi giorni sono quasi allegre, ci sono botteghe affascinanti, caffè, ristoranti, a volte ci sono musicisti e pianoforti che si possono suonare, è un grande miglioramento, a Ginzburg piacerebbe. La città sembra molto più vivace, non è più coperta dalla polvere, ci sono alberi, fiori e bellissimi parchi in centro.


La gente è cambiata?


La gente, si è cambiata ma non molto a mio parere; indubbiamente la scelta di Brexit non dà l’idea di una popolazione creativa e lungimirante. Comunque è un popolo con più fantasia di prima, credo, più rumoroso, più vivace. I giovani hanno più soldi e più divertimento di quelli degli anni Cinquanta.


Tuttavia, ci sono tanti altri cambiamenti in peggio; Ginzburg ha elogiato il governo britannico per la sua competenza, sfortunatamente questa peculiarità non è più così vera, credo. Ha anche detto che gli inglesi sono pronti ad accogliere gli stranieri, ma vedo con grande tristezza la mancanza di gentilezza verso gli stranieri attualmente. Inoltre, i problemi della società come la disoccupazione, i problemi di salute, la vecchiaia sono gestiti meno bene di prima.


Tutto sommato, se Ginzburg dovesse visitare Londra oggi, penso che la troverebbe meno malinconica ma allo stesso tempo meno civile.






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