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Immagine del redattoreVincenzo Galasso

Il mito della Dolce Vita: quanta menzogna o verità c'è nello stereotipo nato dalla pellicola?



Quando si pensa allo stile di vita degli italiani una delle prime idee che viene in mente è la "dolce vita”, ossia l'idea di una vita caratterizzata da un scorrere del tempo lento, dolce e frivolo. Ma cosa è esattamente questa “dolce vita” e, soprattutto, quanto c’è di vero in questo concetto? Scopriamolo nelle prossime righe ma prima non dimenticate di seguire la pagina Facebook e ascoltare il Podcast.


L’origine della dolce vita


Dopo la Seconda guerra mondiale Roma era una città semidistrutta, che piano piano cercava di riprendersi, tornare a essere bella e viva. Non era per niente facile, nonostante Roma non avesse subito la quantità di attacchi subiti da altre città europee, era stata pesantemente bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale; nel 1943 quasi 600 bombardieri distrussero parte della città e uccisero centinaia di persone. Ad ogni modo, verso la fine degli anni 50, inizia un grande periodo di crescita economica nel Paese e a Roma c’è una grande voglia di vivere e di godersi tutte le cose belle della vita: la bellezza della città, il clima, il cibo e il divertimento.


Il grande cinema


Grazie ai costi bassi del lavoro rispetto all’America, a Cinecittà (principale studio cinematografico italiano) si giravano film italiani ma soprattutto americani. Così a Roma arrivavano persone del mondo del cinema, ma non solo, anche intellettuali, artisti e nobili che cercano successo. Nasceva così una vita mondana divertente, avventuristica e spesso molto lussuosa, potremmo dire un'epoca d'oro romana.


La festa al Rugantino


Fra le tante feste della vita notturna romana, una in particolare è diventata iconica e famosa, una festa privata al ristorante Rugantino di Trastevere il 5 novembre del 1958 per festeggiare il ventiquattresimo compleanno della contessa Olghina di Robilant. Fra gli invitati c'erano personaggi molto famosi sia italiani che stranieri e tantissimi giornalisti e fotografi. Durante la festa, una nota ballerina turca, Aïché Nana, fece un ballo molto sensuale concludendo con uno spogliarello che i fotografi ripresero e raccontarono successivamente sui giornali. Nell'immaginario collettivo proprio queste fotografie sono diventate il simbolo stesso della dolce vita.


Il film “La dolce vita”

Il film del 1960 di Federico Fellini, pieno di stelle italiane e internazionali come Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, tutti presenti alla festa del Rugantino, racconta proprio questa Roma mondana, bella, seducente ed esagerata. Il film racconta gli anni più belli di questo stile di vita e contribuisce a rendere il concetto della “dolce vita” un’icona internazionale e anche uno stereotipo degli italiani. Il film è valso la candidatura a 4 premi oscar, di cui un trionfo per i "migliori costumi" di Piero Gherardi. Prima del film, la dolce vita era l'idea di una nicchia ristretta della società romana, la pellicola di Fellini invece ha portato sul grande schermo il concetto, trasfermandolo inevitabilmente in un luogo comune.


Cosa c’è di vero?

Come per tutti gli stereotipi, anche in questo c’è del vero e del falso. Lo stile di vita degli italiani ovviamente rispecchia un po’ quella ricerca di bellezza, stile, svago e divertimento, raccontato nel film. È sufficiente pensare agli aspetti della vita per cui l’Italia è famosa nel mondo: l’architettura, il design, la moda, il cibo, l’arte, ecc. Ovviamente la parte falsa dello stereotipo è che oltre a questo gli italiani non fanno altro, non prendono sul serio il lavoro e le relazioni sentimentali. Lo stereotipo della dolce vita purtroppo, oltre all'affascinante stile di vita, dà un’idea di frivolezza e quasi superficialità che gli italiani non hanno. Al contrario gli italiani, seppur con il proprio stile, sono persone laboriose ed estremamente attente alla qualità umana delle relazioni.


Conclusione

Gli italiani, in generale, hanno sempre un occhio di riguardo nei confronti dello stile, della bellezza e della qualità di quello che fanno, ma questo rappresenta solo una parte del nostro approccio alla vita.

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