Molto spesso le persone non hanno chiaro il significato di parole come: dialetto, lingua, varietà e tutte le altre espressioni che definiscono il linguaggio. Saperlo è molto importante, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove ci sono decine e decine di linguaggi diversi.
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Qual è la differenza tra dialetto e lingua?
Sono tante le definizioni che le varie scienze linguistiche offrono, noi prenderemo per buona la definizione sociolinguistica.
Per farla breve, la principale differenza tra lingua e dialetto non è la struttura e nemmeno la complessità, ma l’importanza dal punto di vista del numero di persone che la usano sempre e del contesto d’uso.
Un dialetto non ha uno standard accettato da tutti, non ha una grammatica riconosciuta ma si tramanda oralmente. Infine un dialetto si rifà sempre a una lingua forte per le situazioni che sono fuori dal contesto più intimo e familiare.
Una varietà, invece, è una diversa forma della stessa lingua ma con alcune differenze nel lessico, nella pronuncia in alcune strutture.
Facciamo un esempio, il “romanesco” è una varietà di italiano parlata a Roma mentre il “napoletano” è un dialetto parlato a Napoli e nei dintorni. Il romanesco è una varietà perché è molto simile all’italiano con qualche differenza nella pronuncia e nel lessico. Il napoletano è una vera e propria lingua ma di minore importanza nel contesto dove viene parlata.
Quanti dialetti ci sono in Italia?
Tra i vari dialetti che si parlano in Italia, in più diffusi sono il napoletano , il veneto, il siciliano, il lombardo, il piemontese, l’emiliano ed il romagnolo, il friulano e il ligure.
Inoltre c’è il sardo che è considerata una lingua al pari dell’italiano in Sardegna, perché ha un grande numero di parlanti che lo parlano come madrelingua insieme all’italiano, oltre al fatto che è riconosciuta come lingua ufficiale insieme all'italiano in Sardegna. Il sardo ha una struttura molto complessa ed è una delle lingue romanze più simili al latino.
Facciamo qualche esempio di dialetto
Di seguito riporteremo l’articolo 1 della dichiarazione universale dei diritti degli esseri umani rispettivamente in italiano, in sardo e in napoletano.
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Totus sos èsseres umanos naschint lìberos e eguales in dinnidade e in deretos. Issos tenent sa resone e sa cussèntzia e depent operare s'unu cun s'àteru cun ispìritu de fraternidade.
Tutt'e cristiani nascene libbere e cu eguale dignità e deritte; tenene raggione e cuscienza e hann'a uperà ll'uno cu ll'ate cu nu spirite 'e fratellanza.
È abbastanza evidente che un parlante di italiano standard difficilmente riuscirebbe a capire un discorso in dialetto, magari potrebbe intendere il significato generale.
Come è considerato il dialetto in Italia?
Quello che abbiamo detto sopra riguarda il mondo della linguistica e della socio-linguistica. La storia è completamente diversa se parliamo della gente comune, degli italiani; tra il popolo il dialetto è spesso considerato come una forma “maleducata e poco istruita” di parlare. Per questo motivo il dialetto viene usato quasi esclusivamente in famiglia e con gli amici più intimi.
Che futuro hanno i dialetti?
Uno studio dell’ISTAT dice che solo il 9% degli italiani parla il dialetto a casa, nel 1995 era il 23,7%. Per molti questo numero è un progresso, ma con la morte dei dialetti muore anche tanta cultura e tanta tradizione. Si prevede che tra un centinaio di anni i dialetti potrebbero scomparire totalmente.
Non dimenticare di scaricare le attività da completare e di guardare il video su youtube per praticare il tuo ascolto.
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